“Possiamo immaginare un tormento spirituale più terribile della compassione di Maria durante la crocifissione di suo Figlio? La sua angoscia e afflizione erano una spada che le trafiggeva il cuore, come aveva profetizzato Simeone durante la presentazione di Gesù al tempio. Se il nostro stesso Signore nel Getsemani trovava la prospettiva della sua sofferenza così insopportabile da strappargli via gocce di sangue e la sua anima aveva persino contorto dal dolore il suo corpo sacro, allora possiamo vedere in questa agonia un’immagine del dolore spirituale di Maria. Questo dolore ha colpito sia la sua anima che il suo corpo e ha causato il suo martirio. Il cuore e l’anima di Maria saranno stati annientati [dal dolore] quando si trovava sotto la croce di suo Figlio e quando il suo corpo senza vita le fu alla fine posto tra le braccia” (Cardinale Newman).
Tuttavia, anche l’ordinaria sorte, che costringe in modo così orribile il povero cuore umano a camminare irrimediabilmente in mezzo all’oscurità, dovette trovare il suo esempio e la sua consolazione nel mistero della redenzione. È per questo motivo che Maria, la nuova Eva ha dovuto sopportare questa sofferenza al suo fianco. È l’eroismo della resa alla volontà incerta dell’Altissimo.
Anche per Maria, l’oscurità si schiarì sul Golgota quando riconobbe il suo ultimo dovere sacrificale: offrire il più prezioso di tutti i doni, immolare il Prezzo della Redenzione, il suo stesso Figlio, e accettare di offrirlo con una morte così atroce.
Il Crocifisso appeso davanti ai suoi occhi, l’Agnello Immacolato del Sacrificio a cui aveva donato quel corpo così puro e bello, era allora sfigurato. Dalla perfetta armonia dei suoi sentimenti, dal suo Cuore e dalla sua anima, dalla sua forza e dalla sua dolcezza, Gesù delineava l’immagine finita della perfezione umana; Maria vide svilupparsi questo miracolo e manifestarsi gradualmente davanti ai suoi occhi; durante la sua infanzia, fu lei a prodigargli le cure materne. E ora che questa aveva raggiunto l’età della perfetta virilità, lo donava come un’offerta, pronunciava il suo Fiat all’immolazione di quella preziosa vittima. Maria acconsentì liberamente a questa perdita che fu per lei di un’amarezza inimmaginabile. Eseguì così un vero atto di impareggiabile grandezza eroica senza precedenti: in unione con il Re dei Dolori, trasformò il dolore stesso per dare maggiore gloria a Dio e per la salvezza del mondo.
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