Spes nostra, Salve!

Spes nostra, Salve!

sainte esperance 2La virtù della speranza ci fa desiderare le verità soprannaturali conosciute dalla fede e ci dà anche fiducia nell’adempimento delle promesse divine. È la virtù che ci fa desiderare Dio, con fiducia illimitata.

Ogni fibra dell’essere di Maria ha sete di Dio ed è quindi piena di fiducia illimitata in Lui; per questo la Chiesa la chiama “Madre della santa speranza” e anche “nostra unica speranza”.

Ricordiamo quei momenti in cui solo Maria conservò la speranza: era il Sabato Santo, quando Cristo era ancora nel sepolcro, quando tutto sembrava finito e anche i suoi amici più fedeli dubitavano di Lui a causa della sua terribile morte. Fu durante questa tragedia che solo Maria conservò questa fiducia in Dio, pur non sapendo come sarebbe andata a finire.

Questa è speranza nella sua forma più pura, vale a dire una fiducia in Dio senza alcuna sicurezza umana, basata solo sulla sua parola. La fiducia di Maria era incondizionata. Per questo la Chiesa le applica questa parola dell’Eterna Sapienza: “in me omnis spes vitae et virtutis, in me c’è tutta la speranza della vita e della virtù” (Ecclesiasticus 24:15).

Infatti, la certezza e la fiducia che rimarremo fedeli a Dio fino alla fine, non sono frutto del nostro lavoro, ma di una grazia immeritata che ci giunge, come tutte le grazie, per mezzo dell’Immacolata. Così, San Bernardo dice che Maria è “la causa perfetta e l’intera ragion d’essere della mia speranza”. Ciò significa che i due atteggiamenti fondamentali della speranza hanno in Maria il loro solido fondamento e la loro massima espressione.

– La speranza, come aspirazione a Dio, allontana gli esseri umani dalle false “speranze” dei beni di questo mondo per indirizzarli verso i beni autentici ed eterni che soli possono spegnere e soddisfare la loro fame. In questo senso, la speranza è la virtù della conversione, che significa appunto “allontanarsi dai beni di questo mondo per rivolgersi a Dio”.

Quando la fede ci mostra la gloria della felicità eterna, il desiderio di possedere questi beni aumenta nei nostri cuori. E più questa attrazione cresce, più l’anima diventa pacifica, meno è attratta dai piaceri del mondo che una volta l’avevano immersa in un così grande disordine. Sant’Agostino diceva: “La nostra anima è inquieta, o mio Dio, finché non riposa in te”. È come l’ago di una bussola che ondeggia finché non colpisce il polo magnetico.

– Questa certezza consiste anche nell’abbandono di sé stessi alle promesse di Dio. Se Maria è chiamata “la nostra speranza”, allora la sua presenza è la garanzia che queste promesse di felicità eterna si avvereranno, e ancor di più, che hanno già cominciato a realizzarsi attraverso di lei. La Vergine Maria fu, infatti, la speranza dei nostri protoparenti, quando ricevettero la grande promessa di questa “Donna che avrebbe schiacciato la testa del serpente”. Da questa promessa, l’Immacolata è la speranza del genere umano. Isaia collega la promessa del Salvatore di venire con il miracolo della nascita dalla Vergine.

Ma è soprattutto dopo l’Ascensione di Cristo che Maria rimane l’unica speranza dei cristiani. Dio ci ha dato Maria come nostra speranza. Dopotutto, sta a Lui rispondere alle nostre preghiere. Così, chi si appella a Maria, in realtà invoca la sua creatura più cara e tocca il luogo più tenero del suo Sacro Cuore, trovando allo stesso tempo risposta alla sua preghiera.

La tribolazione ci insegna a pregare e nei momenti di difficoltà riconosciamo chi è veramente il nostro leale amico. In ogni epoca, il popolo cristiano ha conosciuto grandi tribolazioni e queste prove hanno, ogni volta, ravvivato la fiducia che in precedenza avevano in Maria. E poiché questa fiducia in Maria non è mai stata tradita, nessuno potrà sradicarla dal cuore del popolo cristiano.

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